LE TERMOPILI CALABRESI
Per le poleis della Magna Grecia il VI secolo a.C è un periodo di grande sviluppo economico e culturale.
Il benessere della popolazione si traduce in aumento demografico e quindi nella necessità di ampliare i propri confini territoriali.
Crotone e Locri assumono ben presto posizioni dominanti.
La prima si espande a nord fino a Sibari e riesce ad assoggettare sotto il proprio dominio anche Caulonia, d’altra parte Locri è un po’ più piccola ma conta sulle alleanze di Hipponion (oggi Vibo Valentia) e Medma.
Le mire espansionistiche e i continui dissidi tra le due potenze le portano spesso a scontrarsi, fino a quando, intorno al 560 a.C, Crotone decide di attaccare il territorio locrese.
La piccola cittadina di Caulonia segna proprio il confine tra le due rivali, ed è proprio qui, lungo le sponde del Sagra (oggi Allaro?), che si svolge la più cruenta e decisiva battaglia.
Tutti conoscono la storia di Leonida e dei prodi 300 spartani che contrastarono l’esercito persiano al passo delle termopili.
Pochi sanno però che questa strategia era stata usata in precedenza in calabria.
Il territorio cauloniese è ricco di gole e stretti passaggi, si pensa che i pochi locresi, circa 10.000, riuscirono a tenere testa a 130.000 crotoniati (numero probabilmente esagerato) nel lembo di terra lungo circa 200 metri che va dalla rupe di Roccella al mare.
Ma nonostante l’audacia e il coraggio del popolo locrese, le sorti della battaglia rimanevano comunque favorevoli a Crotone.
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